giovedì 31 gennaio 2008

Scie di aereo su Milano il 26 gennaio 2008

Sabato 26 gennaio 2008 sono state nuovamente osservate numerose scie di aereo su Milano.
In questo video sono riportate alcune riprese di scie e aerei di quella giornata.

Video: Jet trails over Milan



E' in corso una analisi di fotografie, video e dati di radiosondaggi atta a verificare l'eventuale esistenza di scie anomale nei cieli di Milano il 26 gennaio 2008.

lunedì 28 gennaio 2008

Verifica dell'esistenza di scie chimiche nei cieli di Milano il 19 gennaio 2008

In questo articolo riporto i risultati di una mia analisi di fotografie e video di scie di aerei e di dati di radiosondaggi atta a verificare l'eventuale esistenza di scie chimiche nei cieli di Milano sabato 19 gennaio 2008.
Questo articolo viene pubblicato dopo revisione da parte del Dott. F. Orsini.

1. La giornata

Sabato 19 gennaio 2007 è stata una giornata caratterizzata dalla presenza di numerose scie persistenti di aereo nel cielo di Milano.
Le scie, in un caso con una persistenza di più di trenta minuti, sono state visibili dalle prime ore del mattino. Alcune scie, oltre a persistere, si espandevano: la larghezza delle scie aumentava cioè in maniera considerevole durante il periodo di persistenza.

Scia persistente in espansione, ore 10:00.



In alcuni momenti è stato possibile osservare nel cielo, nello stesso momento, fino a 5 aerei rilasciare la loro scia. Il numero delle scie persistenti presenti nel cielo contemporaneamente era considerevole (nella foto di seguito sono visibili almeno otto scie persistenti).

Otto scie persistenti, ore 10:45.



Le scie si sono viste fino a tarda sera.

Scia e luna, ore 17:00



Il video posto qui di seguito, pubblicato ache nel post precedente, mostra alcune riprese del cielo di Milano effettuate in un arco temporale che va dalle 9 alle 11:30. Si noti in particolare ai minuti 00:30 e 01:40 la notevole differenza di dimensioni tra la scia appena prodotta e la scia espansa che fa da sfondo.

Video: Persistent jet trails over Milan



Cosa possiamo dire riguardo a queste scie? Si tratta di normali scie di condensazione? O abbiamo assistito al rilascio di scie chimiche?
Certamente la sensazione che si aveva guardando il cielo era strana. Scie in continuazione, aerei da tutte le parti. Di certo non una situazione frequente.
Per dire però che abbiamo osservato delle scie chimiche dobbiamo portare delle evidenze, produrre cioè dati forti e inattaccabili che dimostrino che le scie viste non erano normali scie di condensazione. Non basta infatti dire che le scie erano tante, lunghe, che si espandevano, che erano strane, che coprivano il cielo, per affermare di aver visto delle scie chimiche. Fino a prova contraria, infatti, le scie osservate sono normali scie di condensazione.

Vediamo allora di analizzare i dati della giornata alla ricerca di eventuali evidenze del rilascio di scie chimiche.
I dati della nostra analisi sono le fotografie, i video della giornata, ma anche i dati dei radiosondaggi di sabato 19. I dati dei radiosondaggi sono misurazioni a varie quote dei valori di alcuni parametri atmosferici (come pressione, temperatura ed umidità relativa) effettuate per mezzo dei palloni sonda, mandati in quota di norma due volte al giorno in alcune località del pianeta. A Milano Linate esiste una stazione di rilevamento. I dati di questi radiosondaggi sono disponibili presso questo sito:

http://weather.uwyo.edu/upperair/sounding.html

Per effettuare la nostra analisi ci baseremo su alcune pubblicazioni scientifiche che discutono la persistenza delle scie di condensa degli aerei [1,2,3] e su un metodo grafico, il diagramma di Appleman, che permette di prevedere, conoscendo i dati di pressione e temperatura alle varie quote di volo, la formazione di scie di condensazione[4].

2. Le condizioni per la presenza di scie di condensazione

Vediamo subito se il giorno 19 gennaio, in base ai dati atmosferici rilevati, era prevista la formazione di scie.
La figura 1 riporta il diagramma di Appleman [4] relativo alle misurazioni atmosferiche di Milano Linate alle ore 12 zulu (le 13 in Italia) del giorno 19 gennaio.



Fig.1.
Diagramma di Appleman [4] relativo ai radiosondaggi di Milano Linate del 19 gennaio 2008 alle ore 12Z.
Nel diagramma abbiamo sull’asse delle x la temperatura e su quello delle y la pressione atmosferica Sono presenti delle curve di umidità relativa (da 0 a 100%). I dati rilevati dalla radiosonda sono indicati nella tabella a destra.
I cerchi rossi indicano la temperatura relativa alla pressione per le quote a cui viene effettuata la misurazione, quelli blu la umidità. Il diagramma è diviso in tre zone: always contrails (sempre scie di condensazione) a sinistra, maybe contrail (forse scie) al centro e never contrail (mai scie) a destra.
Praticamente per leggere il diagramma, se il cerchio rosso sta ben a sinistra del cerchio blu, si prevede la formazione di scie per quella quota di volo, se sta ben a destra, non si prevedono scie. Se i cerchi rosso e blu si sovrappongono o sono vicini, si ha incertezza.
Nella zona in cui si hanno sempre scie, a sinistra, la temperatura è sufficientemente fredda perchè le scie si formino anche ad umidità assente: è sufficiente l’umidità dello scarico del motore (in questo caso si formano scie non persistenti). Nella zona di destra invece, anche a umidità del 100% la temperatura non sarà sufficiente a far condensare l’umidità.

Cosa dice il diagramma del 19 gennaio? Dice che all’interno della tipica zona di volo (tra gli 8000 e gli 11600 metri) :
i) abbiamo le condizioni perchè si formino scie di condensazione dai 10500 metri in su;
ii) abbiamo un’incertezza (cerchi rosso e blu sovrapposti) tra i 9370 metri e i 10500;
iii) sotto i 9370 non ci sarebbero le condizioni per la formazione di scie.
Ora, Se avessimo evidenza di scie di aereo rilasciate il 19 gennaio intorno alle ore 12z a quote ben inferiori di 9000 metri, queste scie potrebbero risultare anomale. Tuttavia non ho trovato queste evidenze.
Per confronto riporto nella figura 2 il diagramma di Appleman della giornata di martedì 22 gennaio 2008, dove non si sono viste a Milano scie per tutto il giorno. Neanche una scia non persistente. Niente.
Si può vedere che la temperatura non è mai nella zona always contrail e che l’umidità è sempre bassissima.


Fig.2.
Diagramma di Appleman [4] relativo ai radiosondaggi di Milano Linate del 22 gennaio 2008 alle ore 12Z.


3. La persistenza e l’espansione delle scie.


Analizziamo adesso un altro aspetto, quello della persistenza e della espansione delle scie.
Le scie osservate sabato 19 persistevano e si espandevano. Tutto ciò è normale?
Bene, diciamo subito che la persistenza e la espansione delle scie può essere una cosa normale. Bisogna sfatare il mito che le scie “normali” durino al massimo qualche minuto mentre quelle anomale permangano per ore. Esistono infatti pubblicazioni che riportano che le normali scie di condensazione di aereo, in ben determinate condizioni di umidità e temperatura, possono persistere anche ore [2,3]*.
Quali sono allora le condizioni di umidità e temperatura perchè si verifichi la persistenza ed anche l’espansione delle scie di aereo?
Secondo la NASA, se l’umidità atmosferica di una quota di volo si trova vicino alla zona di saturazione su ghiaccio (ma non necessariamente sopra), temperatura permettendo la scia può persistere. Invece, se l’umidità è sopra saturazione su ghiaccio la scia può anche espandersi [5].
La persistenza e l'espansione delle scie dipendono quindi, oltre che dalla temperatura, dall’umidità.
Gierens e coll. [1] indicano i valori di umidità relativa alle varia temperature per avere saturazione su ghiaccio e quindi persistenza delle scie. Secondo gli autori una scia persiste se siamo al di sopra di questi valori.
Analoghi valori di umidità relativa per avere la saturazione su ghiaccio e quindi persistenza delle scie si trovano nel report dei Cornell Laboratories [3]. Tali valori sono riportati nella tabella 1.

Tabella 1.
Valori di umidità relativa per avere saturazione su ghiaccio [3].



Confrontando tali valori, con i valori di umidità e temperatura di sabato 19 vediamo che sabato 19 esistevano le condizioni per la persistenza ed espansione delle scie alle quote di volo di 10550 e 10620 metri (temperatura ed umidità alle due quote rispettivamente di-57,3°C/60% e -58,1°C/59%).
Evidenze di scie persistenti a quote differenti potrebbero indicare possibili anomalie anche se la NASA ricorda che, come scritto sopra, si può avere persistenza a valori di umidità vicini alla saturazione (5).
Invece, evidenze di scie in espansione a livelli di quota differenti dai 10 000 metri, alle ore 13, potrebbero indicare una eventuale anomalia.
Certamente le foto e i video del cielo relativi alle ore 13 mostrano che su Milano erano presenti numerose scie persistenti ed in espansione, ma non ho stime precise riguardo alla quota delle scie in espansione fotografate.

C’e’ poi un altro fatto da considerare: la durata della persistenza.
La persistenza di una scia può essere di pochi minuti o anche di qualche ora. Dal lavoro di Wendler e coll. [2] sappiamo che per avere persistenza di un’ora, con temperature di -54,7 + /- 4,3 °C (media + /- d.s.) è necessaria una umidità relativa di 86 +/- 16,8 %(media + /-ds).
Alle ore 13 a Milano non c’erano queste condizioni. L’umidità massima misurata è del 60%. Considerando un errore del 10% arriviamo a 66%, che è comunque inferiore al 69,2%, minino valore di dispersione di Wendler. Di conseguenza non mi dovrei aspettare scie con persistenza di un’ora. Evidenze di scie con persistenza di ore potrebbero indicare la presenza di scie anomale.
Bene, ho l'evidenza di una scia con persistenza di almeno mezz'ora, tra le 9.30 e le 10 di mattina circa. Tale scia, mostrata nella prima figura di questo articolo, stupiva per le dimensioni raggiunte. Dopo la mezz'ora è difficile riconoscere la scia nelle foto scattate a cause del mare di scie presenti nella zona. La consistenza della scia nell'ultima foto in cui la si può riconoscere (ore 10:08, non mostrata) indica comunque che la completa sublimazione non era prossima e che ci si può aspettare un tempo di persistenza ben maggiore di 30 minuti.
In ogni caso, tale scia è stata osservata a circa 3 ore dal radiosondaggio e le condizioni atmosferiche potrebbero essere diverse.
Quindi, pur avendo un sospetto di una possibile anomalia, non mi sento di poter affermare di averne evidenza certa.

4. Tanti aerei.


Discutiamo adesso il fatto che sabato 19 mi è sembrato di vedere un numero di aerei più alto del solito.
Sabato in certi momenti non sapevo più dove fotografare poiché arrivavano aerei da tutte le parti. Altri giorni invece dovevo aspettare anche parecchi minuti prima di fotografarne uno. Questa impressione getterebbe le basi per una ipotesi di lavoro sull'esistenza delle scie chimiche: in certi giorni volerebbero degli "aerei in più" dediti alla attività di irrorazione chimica. Tali aerei si confonderebbero tra i normali aerei di linea proprio nei giorni in cui le condizioni atmosferiche permettono la formazione di scie persistenti.
L'osservazione di numerosi aerei potrebbe d’altra parte essere spiegata dal fatto che sabato 19 le condizioni atmosferiche erano tali per cui la maggior parte degli aerei in volo sul centro della città risultavano visibili. In assenza di queste particolari condizioni atmosferiche, gli aerei in volo su Milano verrebbero individuati in maniera meno efficiente se pur presenti in eguale numero.
L’ipotesi degli aerei in più potrebbe essere verificata ad esempio chiarendo se il traffico aereo osservato in uno di questi giorni risulti compatibile con il traffico degli aerei di linea registrato sulla città. Tale verifica non è tuttavia semplice.
In ogni caso, non ho al momento evidenze certe che dimostrino che il numero di aerei osservati sabato 19 non corrisponde a quello degli aerei di linea passati effettivamente sopra Milano.
Comunque, l'ipotesi degli "aerei in più" merita a mio avviso ulteriori approfondimenti.

5. Altre considerazioni

Riporto alcune mie considerazioni sulla giornata, da considerarsi come semplici ipotesi di lavoro.

La prima considerazione è che le scie osservate, se pur persistenti ed in espansione, mi sono sembrate avere caratteristiche tutto sommato nella norma.
La seconda considerazione è basata sull'impressione che la presenza di scie potenzialmente anomale sia sempre accompagnata dalla presenza di oggetti volanti sferici non identificati. Quando non fotografo questi oggetti sferici in prossimità delle scie, non fotografo nemmeno scie "strane". Ciò mi fa ritenere che le scie fotografate sabato, in quanto non accompagnate da sfere, sarebbero un fenomeno normale se pur molto particolare.
Inoltre, sabato 19 non ho osservato fenomeni di iridescenza nelle scie, come gli arcobaleni nelle scie, anch’essi osservati in giorni di scie “sospette”.

6. Conclusioni

In conclusione, sabato 19 gennaio 2008 sono state osservate su Milano numerose scie persistenti, alcune delle quali in espansione. Tali scie sono per il momento identificate come scie di condensazione poiché non ho evidenze che dimostrino che si tratti di scie anomale.
Questa analisi mostra altresì che l’osservazione di un cielo pieno di scie persistenti non è sufficiente per poter affermare su basi scientifiche certe ed inattaccabili di aver assistito al rilascio di scie chimiche.

Nota

*E' interessante notare che nella sezione Importance del sito Contrail Education della NASA sia riportato, a differenza delle pubblicazioni citate in questo post, che le scie persistenti di aereo possono persistere anche per giorni.


Referenze

[1] Gierens KM et al (1997). Determination of humidity and temperature fluctuations based on MOZAIC data and parametrisation of persistent contrail coverage for general circulation models. Ann Geophysicae 15, 1057-1066.
[2] G. Wendler, M. Shulski, and B. HartmannPotential climatic effects of cirrus contrails
for the subarctic setting of Fairbanks, Alaska Theor. Appl. Climatol. 81, 149–159 (2005 )
[3] Cornell Aeronautical Laboratory INC.of Cornell University, Buffalo 21, N.Y. Prediction of aircraft condensation trails Project contrails Final Report Report noVC-1055-P-S Contract No. Nonr-1857 (00) 31 October 1951.
[4] Predicting Contrails Using an Appleman Chart [Student]
[5] Contrail identification chart

Ringraziamenti

Ringrazio il Dott. F. Orsini per la lettura critica del manoscritto.
Ringrazio Saimon e il Dott. CC per le preziose indicazioni bibliografiche sulla persistenza delle scie.

Nota sul copyright


Questo articolo può essere utilizzato e pubblicato ma senza che vi si effettuino modifiche di alcun genere (è vietata anche la pubblicazione parziale o per parti), indicando sempre l'autore e l'url di questo sito, con link cliccabile se collocato in siti web.
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martedì 22 gennaio 2008

Scie persistenti su Milano

Sabato 19 gennaio 2008 sono state osservate numerose scie persistenti di aereo nel cielo di Milano.

In questo video sono riportate alcune riprese di scie e di aerei effettuate nella mattinata di sabato 19.

Video: Persistent Jet Trails Over Milan.



lunedì 14 gennaio 2008

La ricerca sulle scie chimiche in Italia

1. Introduzione

Alcune persone in Italia hanno il sospetto che, da alcuni anni, degli aerei stiano rilasciando nei nostri cieli scie diverse dalle normali scie di condensazione. Queste scie anomale, potenzialmente dannose per la nostra salute, sono state chiamate scie chimiche o, in inglese, chemtrails. Il termine inglese chemtrail è una abbreviazione di chemical trail (scia chimica) che si contrappone al termine contrail, abbreviazione di condensation trail (scia di condensazione).
Gli obiettivi dell'operazione di irrorazione con le scie chimiche, che sarebbe effettuata nei cieli di molti Paesi del mondo, sarebbero molteplici. Alcuni di questi obiettivi sarebbero ad esempio la modifica del clima e la diffusione di agenti patogeni.
Alcune persone, visto l'inquietante scenario descritto da questa ipotesi, hanno deciso di verificarla impegnandosi in una attività di ricerca.
Chi si occupa di ricerca sulle scie chimiche cerca prove che ne verifichino l'esistenza affinché, in caso di verifica positiva, tali prove siano presentate ai cittadini ed alle Istituzioni.

Tuttavia la ricerca sulle scie chimiche in Italia, a mio avviso, se pur condotta con impegno, spesso non è effettuata nel modo appropriato, dove per appropriato intendo un modo che porti alla verifica dell'esistenza delle scie chimiche su basi scientifiche.
Se venisse appurato in maniera scientifica che degli aerei hanno rilasciato scie diverse dalle normali scie di condensazione sul nostro territorio, le Istituzioni sarebbero tenute a verificare chi ha rilasciato nei cieli scie chimiche, cosa è stato rilasciato e perché. Inoltre, le Istituzioni dovrebbero anche impegnarsi affinché tali sorvoli non si ripetessero.
Dimostrazioni dell'esistenza delle scie chimiche non basate su evidenze scientifiche difficilmente porterebbero a questo risultato poiché difficilmente verrebbero prese in considerazione a livello istituzionale.

Questo articolo si propone dunque l'obiettivo di proporre delle linee guida per una ricerca sulle scie chimiche che risulti efficace, e, contestualmente, di verificare quale sia il punto della situazione della ricerca sulle scie chimiche in Italia.

2. La ricerca sulle scie chimiche in Italia: modalità e obiettivi

Cosa vuol dire fare ricerca sulle scie chimiche in Italia? Vuol dire essenzialmente verificarne l’esistenza.
Come ben sappiamo, secondo il Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio non esistono evidenze scientifiche dell’esistenza delle scie chimiche. Il Ministro ricorda infatti che non è stato possibile trovare alcuna ricerca sulle scie chimiche pubblicata su riviste scientifiche; manca completamente cioè del materiale pubblicato che sia stato oggetto di una revisione indipendente e anonima da parte di altri ricercatori. Il ministro ricorda inoltre che i siti specialistici degli osservatori di scie chimiche sono carenti dal punto di vista scientifico [1].
Questo vuol dire che in ambito governativo al momento si ritiene che le scie chimiche non esistano e che le scie chimiche verranno prese in considerazione quando verranno pubblicate le prove della loro esistenza, dopo revisione da parte di altri ricercatori.

Le riviste scientifiche dove viene effettuato questo controllo dei risultati vengono chiamate riviste peer reviewed o referate.
Nelle riviste referate, esperti della materia giudicano, solitamente in maniera anonima, la bontà e la coerenza dei risultati presentati e delle tecniche sperimentali utilizzate, indicano se sono necessari ulteriori prove o conferme e decidono infine se il lavoro è idoneo o meno per la pubblicazione.
Una volta pubblicato su una rivista peer reviewed un risultato scientifico acquista credibilità ed ufficialità.

Quali sono dunque i vantaggi di pubblicare i propri risultati su riviste referate?
A parte l’importantissimo vantaggio che tali risultati verrebbero presi in considerazione dal governo, un articolo referato diventa potenzialmente immune da errori. Il processo di verifica serve infatti a evitare o quanto meno a diminuire enormemente la probabilità che vengano affermate cose sbagliate.
Errori e mancanze, causati ad esempio da fretta, distrazione, leggerezza, inesperienza sono sempre dietro l’angolo e anche con tutta la buona volontà non sempre si riescono ad evitare.
Chi pubblica risultati di una ricerca senza verifica ha quindi una probabilità molto maggiore di pubblicare risultati errati rispetto a chi pubblica dopo verifica.
Inoltre, la verifica della presenza di eventuali errori in pubblicazione non referate avviene solo se qualcuno dei lettori, o l'autore stesso, decide di farlo. Si viene così a creare un rischio da tenere ben presente: se nei dati pubblicati è presente un errore, ma nessuno dopo la pubblicazione si prende la briga di verificare i dati, informazioni errate verranno trasferite in continuo alle persone che consultano la pubblicazione.
Questo grave rischio diminuisce enormemente in un processo di pubblicazione dopo verifica dei risultati.

E' bene poi ricordarsi che le energie spese per la stesura di lavori e articoli sulle scie chimiche da pubblicarsi in mezzi diversi dalla rivista referata, sono energie spese in una direzione che difficilmente porterà il risultato descritto ad essere preso in considerazione a livello istituzionale.

Esiste inoltre l'opinione che la presenza di gravi errori nei risultati di una ricerca non ottenuti con metodi scientifici e pubblicati senza verifiche, possa comportare la messa in discussione della credibilità sia del ricercatore che ha prodotto quei risultati, sia dell'intera tematica, compromettendo così anche il lavoro svolto da quei ricercatori che invece usano metodi scientifici. Personalmente, ritengo al riguardo che risultati scientifici inattaccabili non vengano comunque messi in discussione da errori prodotti in altre ricerche, e che ogni ricerca faccia storia a sé. La credibilità sulla tematica delle scie chimiche arriverà quando e se verrano pubblicate evidenze scientifiche forti; a quel punto, errori presenti in altre ricerche non avranno conseguenza alcuna.
Esiste comunque un potenziale rischio che riguarda chi si avvicina alla tematica delle scie chimiche per la prima volta. Neofiti interessati alla questione, imbattendosi in articoli sulle scie chimiche che presentano evidenti errori, potrebbero anche ritenere che la questione non venga affrontata in maniera rigorosamente scientifica e di conseguenza potrebbero allontanarsene. Ciò sarebbe un peccato, poichè in questo momento in cui si deve verificare se le scie chimiche esistono, sarebbe necessario l'apporto critico di più persone possibile, soprattutto di scienziati.
Per quanto riguarda invece la possibilità che il ricercatore che pubblica senza verifiche possa subire, in caso di gravi errori nei suoi risultati, una potenziale perdita di credibilità, ritengo che tale possibilità dovrebbe essere presa in considerazione dal ricercatore nel momento in cui decide la modalità di pubblicazione dei suoi risultati.

Alla luce di tutte queste considerazioni, la pubblicazione dei risultati di una ricerca in riviste referate appare a mio avviso di gran lunga preferibile rispetto alla pubblicazione senza verifica. Anche essendo sicuri dei propri dati, risulta sicuramente più conveniente passare attraverso il processo del controllo dei risultati piuttosto che pubblicarli senza verifiche.

Un altro aspetto della ricerca sulle scie chimiche da tener presente è il metodo, cioè la modalità con cui si ottiene un risultato.
Diciamo subito che è estremamente difficile dimostrare con certezza che un aereo che rilascia una scia dai motori, stia rilasciando una scia chimica. Per dimostrarlo, bisogna produrre dati certi, inattaccabili. Dati che non lascino dubbi ad esperti della materia. Non si può infatti affermare che un aereo rilascia scie chimiche sulla base di impressioni o di opinioni personali. Nessuno accetterebbe mai questi risultati.
Una ricerca può certamente partire da impressioni o intuizioni, ma i risultati della ricerca devono essere basati solo su dati certi.
È consigliabile dunque effettuare analisi molto dettagliate della quota, della scia e del modello del velivolo in studio (la quota è stimabile da una fotografia) prima di indicarlo come aereo chimico.

Ricordo anche l’importanza di effettuare dei controlli sui metodi di analisi che si stanno utilizzando nella propria ricerca, per verificare che i metodi siano validi. Ad esempio, se stimo la quota di un aereo con l’analisi di una foto, devo dimostrare che il metodo funziona, attraverso la stima della distanza di un oggetto di dimensioni note fotografato a distanza nota. Questo è un aspetto di fondamentale importanza che evita errori.
Ricordo poi l'utilità di utilizzare, quando possibile, due tecniche differenti per analizzare lo stesso fenomeno. Ciascuna tecnica valida l'altra.

L'affermazione che un aereo ha rilasciato scie diverse dalle normali scie di condensazione a mio avviso dovrebbe necessariamente passare da queste dieci tappe:

1) raccolta dei dati (ad esempio fotografie, riprese video);
2) analisi attenta e completa dei dati;
3) esecuzione dei controlli necessari;
4) ottenimento di un risultato (l’aereo X il giorno X alle ore X ha rilasciato una scia che non è una scia di condensazione);
5) descrizione del risultato in un articolo così strutturato:
-un breve riassunto;
-una introduzione che descrive l'area di studio e lo scopo della propria ricerca;
-la descrizione e la discussione dei risultati;
-le conclusioni;
-la descrizione delle tecniche sperimentali utilizzate;
-le eventuali referenze;
6) invio dell'articolo ad una rivista peer reviewed;
7) considerazione dell'articolo per la pubblicazione da parte dell'editore della rivista ed invio dell'articolo ad esperti del campo per il controllo del risultato;
8) verifica della bontà del risultato da parte degli esperti;
9) eventuale esecuzione da parte del ricercatore di ulteriori controlli od analisi richieste dagli esperti;
10) accettazione e pubblicazione del risultato.

Una volta accettato per la pubblicazione, l'articolo che descrive il risultato raggiunto è pronto per essere comunicato al pubblico e presentato alle istituzioni.

Esorto quindi tutti le persone che si occupano di scie chimiche a presentare i propri risultati, raccolti seguendo il percorso sopra descritto, a riviste scientifiche specializzate, affinché vengano controllati e, se coerenti, ufficializzati. Esorto i ricercatori a usare parte delle proprie energie per questa attività. L’esortazione è diretta al sottoscritto in primo luogo.
Per quanto riguarda la scelta delle riviste alle quali sottomettere i risultati, visto che, al meglio delle mie conoscenze, non ci sono riviste scientifiche referate che si sono occupate di scie chimiche, la cosa più logica da fare sarebbe quella di rivolgersi a riviste che si occupano delle normali scie di condensazione di aereo, fenomeno estensivamente studiato.

Ad esempio, alcune di queste riviste sono:

Esorto anche i ricercatori che invece preferiscono pubblicare i propri risultati sulle scie chimiche su mezzi diversi dalle riviste peer reviewed a fare estrema chiarezza riguardo al contenuto delle proprie pubblicazioni, ricordando di volta in volta ai lettori quando si tratta di ipotesi di lavoro, di risultati che non hanno subito un referaggio e quindi non controllati da nessuno, di risultati parziali, di risultati verificati e ritenuti corretti, di risultati verificati e ritenuti errati.
Ricordo anche che prima della pubblicazione di un risultato inerente le scie chimiche su mezzo diverso dalle riviste referate potrebbe essere utile perlomeno un referaggio firmato, o amico. Un referaggio firmato è la verifica dei risultati da parte di un esperto di propria conoscenza. Di certo l’articolo acquisterebbe più peso e si ridurrebbero gli errori.
In ogni caso, ricordo ancora che dati pubblicati in mezzi diversi da riviste referate difficilmente verranno presi in considerazione a livello istituzionale.

Esorto anche nel contempo le persone interessate alla questione delle scie chimiche a leggere con estremo spirito critico le pubblicazioni riguardanti le scie chimiche che non sono state verificate da altri ricercatori.

Ricordo infine che la ricerca può essere a volte frustrante. Un risultato inatteso può vanificare mesi di lavoro, energie e soldi spesi. Ma il ricercatore accetta tale risultato con coraggio, e ricomincia la sua ricerca.

3. Il punto della situazione

A che punto è allora la ricerca sulle scie chimiche in Italia? Esistono prove certe dell’esistenza di sorvoli chimici sulle nostre città?

A mio avviso esistono, al momento attuale, delle prove che potrebbero dimostrare l'avvenuto rilascio di scie diverse dalle normali scie di condensazione da parte di velivoli, e prove dell’esistenza di UFO interessati alle scie persistenti di aereo. Queste prove sono tuttavia confinate in blog o video che, come detto, non hanno la validità scientifica per essere prese in considerazione a livello governativo.
Quindi, affinché queste prove possano essere prese in considerazione, è necessario dar loro nuova forma, raccogliendole cioè in articoli scientifici da sottoporre a riviste referate. Se tali prove venissero accettate per la pubblicazione, allora si troverebbero nella forma giusta per essere prese in considerazione dal Governo.

Il punto attuale della situazione riguardo alla ricerca sulle scie chimiche in Italia è quindi il seguente: ancora non esiste, al meglio delle mie conoscenze, neanche una pubblicazione scientifica referata che dimostri l’avvenuto sorvolo di aerei chimici sull’Italia.

4. Conclusioni

Visto l'inquietante scenario prospettato dalla teoria delle scie chimiche è a mio avviso un dovere morale verificare sperimentalmente se le scie chimiche esistono. Se verrà dimostrato che aerei hanno rilasciato nei nostri cieli delle sostanze diverse dalle normali scie di condensazione senza il nostro consenso, le Istituzioni saranno tenute a prendere in considerazione la cosa, a verificare cosa è stato rilasciato nei cieli e da chi, e ad impegnarsi a porre fine al fenomeno.
E' tuttavia importante tenere presente che una ricerca comprovante l'esistenza delle scie chimiche sarà presa in considerazione a livello Istituzionale se seguirà il percorso che passa per la verifica indipendente da parte esperti del campo dei risultati che ha prodotto.
Di fronte ad una interrogazione parlamentare che allegasse una pubblicazione scientifica referata attestante che aerei hanno rilasciato scie chimiche nei cieli italiani, il Governo sarebbero tenuto ad affrontare la questione.
Altri percorsi difficilmente potrebbero portare a questo risultato.

E' auspicabile che la ricerca sulle scie chimiche in Italia, che non ha ancora prodotto pubblicazioni scientifiche su riviste peer reviewed, nonostante la raccolta di numerose prove interessanti, si indirizzi verso tale percorso.

Ringraziamenti


Si ringrazia il Dott. F. Orsini per la lettura e la revisione critica del manoscritto.

Referenza