Per gli appassionati di aerei pubblico oggi alcune sequenze di fotografie di aeromobili in atterraggio all'aeroporto di Shonefeld a Berlino, il 20 agosto 2008. Per ogni aereo è riportato il modello, la compagnia ed il codice identificativo (una sigla alfanumerica dipinta sulla carlinga e sotto l'ala che identifica uno specifico apparecchio).
Gli atterraggi si sono susseguiti a distanze di pochi minuti l'uno dall'altro. Durante la mia osservazione sono atterrati aerei di due soli modelli, l'Airbus 319 e il Boeing 737, i due modelli di aeromobile che ho fotografato con più frequenza anche nel cielo di Milano.
Ryanair Boeing 737-8AS EI-DYA
Easyjet Airbus A319-111 G-EZDD
Pulkovo Airlines (Rossiya - Russian Airlines) Boeing 737-548 EI-CDG
Ryanair Boeing 737-8AS EI-DLF
Germanwings Airbus A319-112 D-AKNO
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Nota sui commenti
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5 commenti:
Sei sempre in giro Massimo ;-)))))
Ho messo alcune foto anche nel mio blog, spero siano di gradimento...
Un saluto!
Marco.
Ciao Marco
Viste le foto, bellissime!
A presto
Massimo
Se continuate cosi' verrete nominati "spotter" ad honorem... :D
Alcune considerazioni a margine:
- non sempre sono presenti le marche identificative subalari
- da sotto non si vedono i finestrini
Mi pare abbastanza per poter formulare in tutta onesta' alcuni pensieri, no?
Saluti
Hanmar
Ciao Hanmar,
Da quando ho iniziato questa avventura di verifica dell'esistenza delle scie chimiche ho scoperto quanto sia entusiasmante fotografare gli aerei :)
Non so a cosa ti riferisci con le tue considerazioni, ma sulla loro base posso dirti cosa penso riguardo alla verifica dell'esistenza di eventuali aerei anomali.
Per dire che un aereo è anomalo bisogna essere in grado di riportare una foto ad alto ingrandimento dell'apparecchio, come ad esempio una foto da telescopio, che mostri inequivocabilmente l'anomalia.
Una semplice fotografia scattata da una fotocamera (anche ad alto zoom) dove un aereo appare bianco, senza insegne e senza codice e che quindi non ci permette di identificare l’apparecchio, non prova in alcun modo che l'aereo sia anomalo. E’ solo una foto a bassa risoluzione di un aereo che potrebbe benissimo essere un normalissimo aereo di linea.
Facciamo un paio di esempi.
1) A febbraio fotografai un aereo che volava a bassa quota sopra casa mia. La foto è chiara e ben risolta (al più presto la pubblicherò) si notano molti particolari dell’apparecchio, si notano i finestrini (l’aereo ha la giusta inclinazione per vederli) ma non ci sono tracce del codice identificativo subalare. La cosa mi lasciò perplesso e mi chiesi se la presenza del codice in posizione sub alare fosse obbligatoria o meno. Se fosse stata obbligatoria mi sarebbe venuto ovviamente qualche pensiero :) Oggi hai risposto a questo mio dubbio. A questo punto i dati contenuti nella fotografia non sono più sufficienti per poter parlare di anomalia, il codice identificativo potrebbe infatti benissimo essere dipinto sulla carlinga. Non avendo però foto chiare di entrambi i lati della cabina non posso concludere nulla se non ammirare lo splendido apparecchio.
2) Ipotizziamo ci sia in volo a 10mila metri un aereo con una bella scia. L’aereo è un normalissimo aereo di linea, ma con livrea bianca e con pochi tratti cromatici distintivi, specialmente sulla parte ventrale della cabina e delle ali, e magari con il codice dipinto solamente sulla cabina (ho letto proprio di recente che per affrontare il caro petrolio alcune compagnie tendono a non dipingere gli apparecchi). Fotografo l'apparecchio una prima volta solo con una fotocamera, e una seconda volta con l’ausilio di un telescopio. Abbiamo due foto dello stesso aereo ma a differenti ingrandimenti.
Nella prima foto si vede un aereo bianco, senza insegne, senza tracce di codice e quindi apparentemente misterioso, mentre nella seconda foto si vede e si riconosce il normalissimo aereo di linea. Sono tuttavia due foto della stessa cosa.
L'eventuale anomalia di un aereo si può quindi dimostrare solo con foto ad altissimo ingrandimento, a meno che l'aereo non abbia delle incredibili stranezze molto evidenti ed inequivocabili.
Ciao
Massimo
Ciao Massimo.
Benvenuto nel club degli appassionati di fotografia aeronautica.
Non ti avevo avvisato che e' contagioso e soprattutto da dipendenza :D
Le considerazioni che hai appena fatte erano esattamente le stesse alle quali avevo pensato io, anche se a causa della mia brevita' erano rimaste in punta di dita.
Sono cose, quelle cha hai appena scritto, che vado ripetendo a tutti i seguaci della teoria delle scie chimiche quando li sento blaterare di "aerei bianchi (o grigi)", di "mancanza di marche subalari" e di "mancanza di finestrini".
Ovviamente prendedomi contumelie a secchiate...
Per quanto riguarda nello specifico le marche identificative, avevo trovato illo tempore una serie di link interessanti (credo di averli postati su Focus) a regolamenti aeronautici americani e canadesi.
Il sunto era che si, le marche sono obbligatorie e no, non necessariamente sotto le ali. L'unica prescrizione era la dimensione.
Anche perche' diciamocela tutta, sotto le ali a cosa servono le marche? Quando sono a terra a farsi riconoscere dagli addetti al rifornimento? Quando sono involo a farsi riconoscere dagli spotter?
Saluti
Hanmar
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