sabato 25 agosto 2007

Nuova interrogazione parlamentare sulle scie chimiche

Informo che il Senatore Amedeo Ciccanti (UDC) ha presentato in data 8 agosto 2007 una interrogazione ai Ministri della difesa e della salute con richiesta di risposta scritta riguardante le scie chimiche.

In tale interrogazione il Senatore spiega che da denunce di cittadini e servizi della stampa locale, in particolar modo dell’anconetano, sembra che dalle scie chimiche derivino conseguenze disastrose sulla salute dei cittadini.
Ciccanti ricorda anche che da precedenti interrogazioni fatte ai dicasteri competenti non sono mai arrivate risposte chiare, convincenti ed esaustive e che tale vaghezza ha rafforzato il convincimento che si tratti di fenomeni pericolosi da tenere nascosti.
Il senatore chiede di sapere, tra le altre cose, quali accertamenti ed eventuali riscontri siano derivati dall’esame delle scie chimiche in ordine al loro grado di inquinamento dell’aria e di pericolosità per la salute pubblica, e da chi siano autorizzati e perché gli aerei che rilasciano scie chimiche.

Il testo integrale di tale interrogazione (atto n 4-02585) è consultabile qui:

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=15&id=277984

venerdì 24 agosto 2007

L'investigazione scientifica sulle scie chimiche: motivazioni, obiettivi e strategie.

Vale la pena investigare scientificamente sulle scie chimiche? E se ne vale la pena, come va effettuata tale investigazione?
In questo articolo cercherò di rispondere a queste domande.

Come forse non tutti sanno, nel corso degli ultimi anni la questione delle scie chimiche è arrivata in Parlamento. Non solo in quello Italiano, ma anche in quello Europeo, nel Parlamento Greco e nel Consiglio Regionale della Sardegna [1], [2], [3].

Qualche giorno fa ho letto il testo dell’interrogazione parlamentare sulle scie chimiche presentata dal Senatore Nieddu il 13 giugno 2006 e la relativa risposta del Ministro Pecoraro Scanio del 13 Novembre 2006 [4].

In tale interrogazione il senatore Nieddu dice, riassumendo, che sui cieli della Sardegna sono state notate da parte della popolazione residente, creando una forte preoccupazione, scie conseguenti ad un intenso traffico di aerei non identificati i quali percorrono rotte non convenzionali. Queste scie, ricorda il senatore, generano una sorta di reticolati, che non si dissipano subito ma che si allargano e lentamente si espandono formando un manto nuvoloso.

Come ha risposto il Ministro Pecoraro Scanio a tale interrogazione? il Ministro dice, in sintesi, che dall’esame della letteratura specifica e dal contenuto dei siti specializzati non è possibile dimostrare l’esistenza delle scie chimiche. Il ministro ricorda che tali siti in particolare risultano carenti da un punto di vista scientifico. L’interpretazione più plausibile del fenomeno, conclude, e che i presunti episodi di scie chimiche siano in realtà comuni scie di condensazione che sono durate più a lungo ed hanno assunto forma peculiare per effetto delle condizioni metrologiche.*

Vediamo di discutere questa risposta.

Il concetto di fondo di tale risposta è che l’esistenza delle scie chimiche non può essere dimostrata in base all’esame della letteratura di riferimento.

Per comprendere tale concetto, dobbiamo avere chiaro come si fa a dimostrare un fenomeno in ambito scientifico. Un fenomeno dimostrato scientificamente e' un fenomeno descritto da uno o più ricercatori, la cui descrizione è stata esaminata e ritenuta corretta da altri ricercatori esperti della materia. Di norma tale processo avviene con la pubblicazione dei risultati della ricerca su un giornale scientifico. Un ricercatore raccoglie dei dati e li riassume in un articolo che propone a una rivista scientifica. L’editor della rivista valuta in primo luogo se l’articolo è idoneo per quella rivista. Se lo ritiene idoneo, lo invia a 2 o 3 esperti della materia che, anonimamente (in certi casi solo se lo desiderano) e senza essere pagati, giudicano il lavoro. Questi esperti, o referee, evidenziano errori, incongruenze ed esprimono alla fine un giudizio di idoneità o meno per la pubblicazione, suggerendo talvolta ulteriori esperimenti o prove da fare per validare il risultato proposto dal ricercatore.
Un ricercatore, tuttavia, può decidere di pubblicare i propri risultati o le proprie teorie su un libro o anche su un sito internet, senza passare per una rivista scientifica. Se le teorie del ricercatore risultano fondate, forti e inconfutabili, la comunità scientifica le accetterà. Si veda il caso del matematico russo Grigory Perelman che ignorando le più prestigiose riviste del settore, aveva preferito presentare su Internet la sua soluzione alla congettura di Poincarè, uno dei problemi matematici più difficili che da cent’anni resisteva a qualsiasi tentativo di soluzione [5].
D'altro canto, un articolo pubblicato su una rivista con referaggio non implica che esso sia un dogma. E' successo che un articolo sia stato "ritirato" dopo la pubblicazione su una prestigiosa rivista scientifica perché un lettore attento si era accorto di incongruenze nella ricerca.
Ad ogni modo, una pubblicazione su una rivista scientifica con referaggio ha il suo indiscutibile peso.

Quindi, riguardo alla carenza scientifica, intesa come assenza di pubblicazioni con articoli sottoposti a referaggio, il Ministro ha ragione: gli articoli pubblicati sui siti specializzati in scie chimiche non subiscono il processo di referaggio anonimo testé descritto, e nelle riviste scientifiche dove gli articoli sono invece sottoposti a tale referaggio, non troviamo lavori che descrivono il fenomeno delle scie chimiche. Se ad esempio mettiamo la parola chemtrails (scie chimiche in lingua inglese) nel motore di ricerca della banca dati scientifica PubMed [6] non troviamo nessuna entry, a differenza della parola contrails (scie di condensa) che riporta tre articoli sull'argomento. Se ripetiamo la stessa ricerca nella banca dati Web Of Science [7] troviamo una entry per la parola chemtrails, un articolo dal titolo "Chemtrails conspiracy" [8], e 206 entries per contrails.

Tuttavia, il fatto che un fenomeno non sia ancora stato descritto in un giornale scientifico non significa assolutamente che quel fenomeno non sia reale. Può essere che nessuno abbia tentato di dimostrarlo o può essere che qualcuno lo abbia dimostrato ma non abbia presentato tale dimostrazione ad alcun giornale (vedi il caso del matematico russo).
Di conseguenza, la mancanza di pubblicazioni scientifiche sulle scie chimiche non implica affatto che esse non esistano. A conferma di ciò, il Ministro dice che l'esistenza delle scie non può essere dimostrata, non che esse non esistano.

Risulta quindi chiaro che nella questione scie chimiche il problema di fondo è quello di dimostrare scientificamente che le scie chimiche esistono. Produrre cioè delle prove che vengano accettate dalla comunità scientifica.

Nella risposta del Ministro, comunque, non si considera la possibilità che lo Stato si prenda l'onere di dimostrare se le scie chimiche esistano o meno.
Come mai? Da cosa dipende questa scelta?
Il decidere se investigare scientificamente o meno sul fenomeno scie chimiche dipende essenzialmente, come per ogni scelta, da una valutazione del rapporto rischi/benefici che tale scelta comporta.

Nel caso delle scie chimiche, l'effettuare ricerche scientifiche vuol dire rischiare di spendere soldi e tempo per niente nel caso si dimostri che le scie chimiche non esistano, ma vuol dire anche "salvare" popolazione e pianeta nel caso le scie chimiche esistano. Se vogliamo, possiamo considerare anche un altro elemento da aggiungere ai rischi che l'investigazione comporta: investigare su un argomento come le scie chimiche vuole dire andare incontro a scherno e derisione, e a possibile perdita di credibilità e di status, visto lo scenario da fantascienza, difficilmente accettabile, che la teoria delle scie chimiche prospetta.

Non effettuare ricerche scientifiche sulle scie chimiche vuole dire invece rischiare di non fare nulla per bloccare il lento avvelenamento della popolazione e lo sconvolgimento climatico prospettati dalla teoria delle scie chimiche, nel caso in cui le scie chimiche esistano davvero, ma vuol dire anche non "buttare via" soldi e tempo ed evitare di fare una pessima figura nel caso che le scie chimiche non esistano.

La relazione rischi-benefici/investigazione-non investigazione è riassunta nella seguente figura.



Ora, il rischio di non fare niente per tutelare la salute del pianeta e della popolazione è ovviamente un rischio terribile. Il rapporto rischio beneficio è quindi molto più alto nella scelta di non effettuare indagini scientifiche.
Tuttavia tale rischio non ha pesato nella scelta del Ministero** . Perché?

Evidentemente perché la possibilità che le scie chimiche esistano è stata ritenuta una non-possibilità o una eventualità remotissima. Se escludiamo che le scie chimiche possano esistere, azzeriamo istantaneamente il rischio principale, e così la scelta è presto fatta.

Ma tale assunzione è giusta? Siamo sicuri che le scie chimiche non esistano?
Al momento quello che sappiamo è che nessuno ha pubblicato su giornali scientifici prove della loro esistenza, che è altra cosa. Quindi, a mio avviso, non possiamo escludere la possibilità che le scie chimiche esistano. E se non possiamo escludere tale possibilità, decidendo di non investigare sulle scie chimiche ci assumiamo un rischio molto alto.

In base a queste considerazioni, la cosa a mio avviso più giusta da fare è quindi investigare.

Per questo motivo, molte persone nel mondo hanno deciso di investire un po' del loro tempo libero e qualche soldino per verificare se c'è qualcosa di vero nella teoria delle scie chimiche.



Vediamo ora di discutere come andrebbe effettuata la ricerca scientifica sulle scie chimiche.
E' già stato raccolto molto materiale che proverebbe l'esistenza delle scie chimiche e altro ne può essere raccolto se il fenomeno continuerà. Come dovrebbe essere utilizzato tale materiale?
Alla luce di quanto detto sin'ora, risulta chiaro che pubblicare indagini scientifiche senza che esse siano sottoposte a referaggio, anche se serie e ben fondate, non produrrà risultati utilizzabili in sede di confronto politico. Come abbiamo visto, in sede governativa contano le pubblicazioni scientifiche.
Bisogna anche considerare che una indagine pubblicata su una rivista scientifica non deve più essere dimostrata. Ha già superato questo passaggio, che spesso non è un passaggio indolore. Una indagine senza referaggio deve invece essere necessariamente giudicata, e non sappiamo quale sarà il giudizio. Utilizzare quindi in un ipotetico confronto sull'esistenza delle scie chimiche una prova che potrebbe essere ritenuta non valida, è un rischio.
Infine, proporre una ricerca ai referee presenta ulteriori vantaggi: permette di riconoscere eventuali errori di cui non si era tenuto conto e di ricevere importanti consigli.

Quindi, se riteniamo di avere prove che dimostrino la veridicità della teoria delle scie chimiche e vogliamo che la questione sia presa in considerazione a livello politico, è necessario che le nostre ricerche vengano pubblicate in riviste scientifiche sottoposte a referaggio anonimo. In questo modo esse assumeranno un aspetto che le renderà ancora più forti: l'ufficialità.
Tali ricerche dovranno presentare dati relativi ad osservazioni di fenomeni anomali nelle scie, aerei, nuvole, acqua piovane, terreni, ed essere condotte con metodo (osservazioni ripetute, controlli positivi e negativi, analisi della letteratura del settore). Alcune riviste a cui inviare manoscritti relativi a prove della esistenza delle scie chimiche potrebbero essere ad esempio: Journal of Aircraft, The international Journal of Meteorology, Journal of Climate, Journal of the Atmospheric Sciences.
Un'impresa impossibile? Forse, ma bisogna tentare.

Vediamo infine a cosa può portare questa investigazione scientifica.

Le ricerche potrebbero anche non portare a niente. Potrebbe risultare impossibile dimostrare scientificamente l'esistenza delle scie chimiche e si rimarrebbe nel dubbio per sempre.

Oppure, potrebbe venir dimostrato che ci sono aerei che passano sulle città spargendo porcherie di tipo chimico-biologico. Immagino che a quel punto verrebbero presentate nuove interrogazioni parlamentari, questa volta ricche di pubblicazioni scientifiche referate. Lo Stato si renderebbe conto dell'operazione di irrorazione in atto e, ovviamente, la bloccherebbe, impedendo con ogni mezzo agli aerei chimici di sorvolare le irrorare e città. Immagino che verrebbero anche tirate le orecchie a spruzzatori e mandanti.

Se invece venisse dimostrato che le scie chimiche non esistono, non succederebbe proprio niente di male. Anzi, per quel che mi riguarda, durante le ricerche sulle scie chimiche ho imparato tante cose interessanti su argomenti complessi e affascinanti come nuvole, aerei, fenomeni atmosferici, per cui se anche si dimostrasse la non esistenza delle scie, io avrei comunque guadagnato qualcosa in termini di nuove conoscenze.

Per concludere, è importante, per il bene di tutti, investigare scientificamente sulle scie chimiche allo scopo di verificare se esse esistono. Se verrà dimostrato che le scie chimiche esistono, i risultati delle ricerche andranno pubblicati su riviste scientifiche sottoposte a referaggio, affinché tali risultati possano essere utilizzati in sede politica come prove degli avvenuti sorvoli chimici .
Un’interrogazione parlamentare che riporti dati di anomalie nei cieli pubblicati su riviste scientifiche nazionali o internazionali sottoposte a referaggio anonimo non potrebbe, necessariamente, ricevere la stessa risposta che ha avuto la lodevole interrogazione del senatore Nieddu.

Note


*Il Comitato regionale di sensibilizzazione sulle scie chimiche di Nuoro (http://www.sciesardegna.it/) ha pubblicato una replica alla risposta del Ministro (http://www.sciesardegna.it/docs/061124rispcom.pdf).

**Anche la risposta della Commissione Europea all'interrogazione scritta di Erik Meijer (GUE/NGL) non prevede interventi per verificare se le scie chimiche esistono [2].

Bibliografia

[8] Hanson D. Chemtrails conspiracy (2005). Chemical & Engineering News. 83 (15), 64-64 . N.B. Questo articolo non risulta presente nel database della rivista Chemical & Engineering News. Nella rivista, a firma Hanson D, sono presenti vari articoli ma non l'articolo citato da Web Of Science.

lunedì 13 agosto 2007

Le scie di condensazione di aereo

Ultima revisione dell'autore: 29 marzo 2011

Cosa si sa sulla formazione delle scie bianche di aerei? Cosa dicono gli scienziati che si occupano di fenomeni atmosferici, sulle scie di aerei? Esistono degli studi sulle scie? Si sa come e perché le scie si formano? Che caratteristiche hanno le scie di aerei?
Ritengo molto importante conoscere quali sono i principi fisici alla base della formazione delle scie degli aerei per poter valutare se i fenomeni supposti anomali relativi alle scie osservati da tempo sulle nostre città rientrino o meno nella normalità. Se noi riteniamo che passino aerei sulle nostre teste che rilasciano scie anomale, dobbiamo per prima cosa essere ben sicuri di cosa sia il nostro paragone, cioè le scie normali.
Se poi osserviamo una scia con delle caratteristiche che non rientrano nella descrizione scientifica delle scie, abbiamo trovato una anomalia e nessuno può negarlo.

Lo scopo di questo articolo è quello di riassumere la teoria scientifica della formazione delle scie di aereo (andando anche a verificare quali sono gli effetti descritti dalla comunità scientifica delle scie di aereo sul clima).
Come si formano le scie
La quantità di vapore d’acqua (cioè acqua allo stato gassoso) contenuta nell’aria dipende dalla temperatura a cui l’aria si trova. Minore è la temperatura dell’aria, minore è la quantità di vapore di acqua che l’aria è in grado di contenere.
Ad esempio di notte, se la temperatura si abbassa oltre un determinato valore, in base all’umidità (cioè acqua allo stato gassoso) presente nell’aria, li vapore d’acqua contenuto nell’aria condensa (passa cioè dallo stato gassoso allo stato liquido) e si forma la rugiada. La temperatura è scesa quindi sotto il punto di condensazione o, punto di rugiada.
Le nuvole si formano proprio così. L’aria calda sale e man mano che sale diventa meno brava a trattenere l’umidità in essa contenuta fino a che questa condensa in goccioline. E’ stato raggiunto il punto di rugiada. Si formano le nuvole.
Vediamo adesso come si formano le scie.

Le scie di condensa si formano quando il vapore d’acqua caldo presente nei gas di scarico dell’aereo si mescola con l’aria umida presente in quel punto [1]. Durante il processo di mescolamento può accadere che l’umidità locale superi la saturazione del vapore rispetto al liquido. Goccioline di acqua si formano quindi su particelle di aerosol presenti nell’aria o nello scarico dei motori. Poiché la temperatura richiesta per la formazione delle scie è di norma inferiore ai -40°C le goccioline si trasformano istantaneamente in ghiaccio e crescono, attraverso una deposizione di vapore sul ghiaccio, fintanto che l’umidità relativa rimane al di sopra della saturazione del vapore su ghiaccio [2], [3].
Le scie si iniziano a formare tipicamente a 30 metri di distanza dal velivolo.

Per chiarire meglio il processo di formazione delle contrails, vediamo questo schema [4].


In questo grafico sono presenti sull’asse delle x la temperatura e su quello delle y l’umidità relativa.
Sono presenti due curve: la curva di saturazione del vapore su acqua e la curva di saturazione del vapore su ghiaccio. Nell’atmosfera l’umidità condensa da vapore a liquido, mentre il passaggio diretto da vapore a ghiaccio non avviene.
Una scia quindi, che come abbiamo visto è costituita da ghiaccio, si forma sempre per iniziale condensazione di vapore a liquido e successiva solidificazione del liquido a ghiaccio.

Vediamo di discutere la figura. Immaginiamo che lo scarico dell’aereo si trovi in ben determinate condizioni di temperatura e umidità relativa (punto A nello schema) e l’aria in quota dove viene rilasciata la scia si trovi ad altre determinate condizioni di temperatura e umidità relativa (B). I due fluidi si mescolano. Si forma quella che viene chiamata una mixing cloud. E' esattamente lo stesso principio del respiro che condensa quando fa freddo. L’aria fredda si miscela con l’aria calda che viene dai polmoni e l’umidità totale della mixing cloud supera il punto di rugiada. Si forma la nuvoletta, di norma non persistente :-) .
La temperatura e l’umidità dell’aria nel punto di rilascio della scia (A) raggiungeranno gradualmente temperatura e umidità del punto B muovendosi lungo la linea verde dello schema. L’aria della miscela si raffredda e diviene sempre meno in grado di trattenere tutta la sua umidità. A un certo punto la linea verde intercetta la linea di saturazione del vapore su ghiaccio. Non succede niente. Il passaggio diretto gas-ghiaccio come abbiamo detto non avviene. La temperatura continua a scendere. Si raggiunge la linea di saturazione del vapore su liquido. A questo punto l’umidità della nostra mixing cloud condensa. Si formano goccioline d’acqua che a causa della temperatura estremamente bassa si trasformano in ghiaccio e continuano a crescere via accumulo diffusionale [3] di vapore su ghiaccio fintantoché l’umidità relativa rimane superiore alla saturazione su ghiaccio (ci troviamo, seguendo la figura, nella zona di persistenza del ghiaccio, e quindi di persistenza della scia). La temperatura continua a scendere fino a intersecare la curva di sublimazione del ghiaccio. Il ghiaccio adesso non può più persistere e sublima. La scia si spegne.

Risulta chiaro che a seconda di come sono posizionati A e B nello schema la scia può esistere o non esistere e se esiste può essere più o meno persistente.

Ad esempio nella prossima figura, non si ha formazione di scia perché la linea verde, pur intersecando la linea di saturazione del vapore su ghiaccio, non interseca mai la linea di saturazione del vapore su liquido.



Nel caso di due aerei con efficienze differenti del motore è possibile che pur trovandosi nello stesso ambiente (stesso punto B) abbiano due punti di partenza differenti (punti A diversi) e che quindi uno intersechi la saturazione dell’acqua e l’altro no, producendo quindi risultati diversi.

Nella prossima figura invece, il punto (B) è situato all’interno della zona di persistenza del ghiaccio. Cosa vuol dire? Vuol dire che la scia non sublima, cioè non si spegne ma persiste. L’aria è molto umida e non ci sono condizione per sublimare. Il vapore continua a depositarsi sul ghiaccio fintanto che è sovrasaturo. La scia si spegnerà ad esempio entrando in una zona in cui siamo al di sotto della saturazione di vapore su ghiaccio.



Risulta chiaro che se un aereo vola a bassa quota dove la temperatura dell’aria è più calda, la linea con ogni probabilità non intersecherà la zona di condensazione e quindi non si avrà scia.


E’ possibile conoscere queste probabilità. In base alle considerazioni fatte sino ad ora, conoscendo temperatura e umidità relativa ad una certa quota è possibile prevedere se e quando si forma una scia di una aereo. Il diagramma di Appleman [5] mostra ad esempio che ad una pressione atmosferica di 300 hPa (corrispondente a circa 9000 metri) a temperature maggiori di -40°C. un aereo non può produrre la scia, anche con una umidità relativa del 100%.

Le scie di condensazione di aerei secondo la NASA

Appurato come si formano le scie, vediamo come viene trattato l’argomento scie di condensazione sul sito della NASA.
Sul sito della NASA è presente una sezione educativa [6] dedicata interamente al fenomeno delle scie di condensazione dei aerei. Nella sezione si trovano molte pagine, con spiegazioni, FAQ (Frequently Asked Questions) ed esercizi. Un notevole impegno per spiegare cosa sono, come si formano, che ruolo giocano sul clima le scie bianche di aerei.

Vediamo quali sono i punti principali che emergono dalle pagine del sito della NASA.

-Definizione di scia secondo la NASA.
Le scie di condensazione di aereo sono nuvole indotte dall’uomo che si possono formare solo ad alte quote (solitamente sopra gli 8 Km) dove l’aria è estremamente fredda (meno di 40°C). Le scie si formano solo se passa un aereo [7] :-) .

-Problemi legati alle scie di condensa.
Le scie sono fatte di ghiaccio, quindi sono innocue. Tuttavia, le nuvole sono la variabile maggiore per controllare la temperatura atmosferica terrestre ed il clima. Qualsiasi cambiamento nella copertura delle nuvole potrebbe contribuire a cambiamenti a lungo termine sul clima. Poiché le scie, soprattutto quelle persistenti, rappresentano un aumento nella copertura nuvolosa, esse contribuiscono a modificare il clima [8] .
Le scie persistenti possono formare estesi cirri che tendono a scaldare la Terra perché riflettono meno luce solare di quella che fanno passare. Il bilancio tra luce che arriva sul pianeta e che viene riflessa guida i cambiamenti climatici [9].
Infine sulla base di analisi di dati metereologici e su assunzioni circa la crescita future del traffico aereo e miglioramenti tecnologici, ci si aspetta che la copertura di scie persistenti aumenti da adesso al 2050 [10].

-Tipi di scie.
Esistono tre tipi di scie: a vita breve, persistenti e persistenti che si espandono (vedi discussione precedente). Le scie persistenti possono permanere ore o giorni. Le scie in espansione possono espandersi per migliaia di chilometri quadrati ed essere indistinguibili da normali cirri. Le scie si possono espandere per 200-400 m in altezza e molti chilometri in larghezza [8], [10], [11]. Non ho trovato informazione circa la lunghezza raggiungibile dalle scie.
Per quanto riguarda la persistenza delle scie, in un documento informativo sulle scie di condensazione e in un articolo scientifico di produzione NASA [10], [2] si possono osservare fotografie di cieli ricoperti da tracciati di scie. Immagini analoghe sono presenti in molti siti che si occupano della questione scie chimiche, compreso questo blog. Le scie presenti nelle fotografie dei due documenti vengono tuttavia descritte come normali scie di condensazione di tipo persistente in espansione.

-Sezione FAQ
Tra le varie questioni discusse: la presenza di scie in cui si formano interruzioni, spiegata con mancanza di umidità nell’interruzione; la presenza contemporanea nel cielo di aerei con e senza scia, sempre spiegata con differenze locali di composizione dell’atmosfera o differenze di efficienze dei motori dei due velivoli; perché ci sono giorni dove vediamo scie e giorni in cui non le vediamo (anche questa domanda è affrontata con il discorso dell’umidità) [7].

Riassumendo, la NASA dice:

-Scia persistente che si trasforma in cirro (le nuvole che stanno a quote maggiori di 6000 m): fenomeno normale.
-Scia che dura per giorni: fenomeno normale.
-Cielo tappezzato da scie che si incrociano: fenomeno normale.
-Scia interrotta: fenomeno normale.
-Due aerei: uno con scia e l’altro senza: fenomeno normale.
-Giorni con scia e giorni senza: fenomeno normale.

Bibliografia

[1] Appleman, H. The formation of exhaust condensation trails by jet aircraft (1953). Bull Amer Meteror Soc 34, 14-20.

[2] Minnis, P. Contrails (2002). In Encyclopedia of Atmospheric Sciences, Academic Press, London, J. Holton, J. Pyle, and J. Curry, Editors

[3] Gierens KM. Numerical simulation of persistant contrails (1996). Journal of Atmospherc Science 53 (22), 3333-3348.

[4] Riadattato da: http://asd-www.larc.nasa.gov/GLOBE/resources/Contrail_Formation_English.jpg

[5] http://asd-www.larc.nasa.gov/GLOBE/resources/activities/appleman_student.html

[6] http://asd-www.larc.nasa.gov/GLOBE/

[7] http://asd-www.larc.nasa.gov/GLOBE/faq.html

[8] http://asd-www.larc.nasa.gov/GLOBE/importance.html

[9] http://www.nasa.gov/home/hqnews/2004/apr/HQ_04140_clouds_climate.html

[10] http://www.ueet.nasa.gov/images/PDF/contrails.pdf;

[11] http://asd-www.larc.nasa.gov/GLOBE/science.html

mercoledì 8 agosto 2007

Scie chimiche in televisione

Il 7 agosto, l'emittente lombarda Telenova ha mandato in onda, nell'edizione serale del telegiornale, il servizio "Mistero nei cieli del Nord". In questo servizio si parla della questione scie chimiche. Vengono presentate due diverse posizione sul fenomeno delle scie bianche di aereo: la posizione di chi ritene che sia in atto una operazione di irrorazione con scopi malevoli e quella di chi ritiene che tutte le scie rientrino nel fenomeno delle normali scie di condensa.

Complimenti alla redazione di Telenova per aver affrontato questo delicato e importante argomento. Spero che anche altre emittenti in futuro prendano in considerazione la possibilità di discutere questo argomento.

Ecco il video del servizio. La qualità purtroppo non è delle migliori. Appena possibile verrà sostituito con un video di migliore qualità.

Mistero nei cieli del Nord