giovedì 29 maggio 2008

Scie di aero su Milano il 26 aprile 2008

La mattina di sabato 26 aprile 2008 il cielo della mia città è stato attraversato da numerosi velivoli che hanno rilasciato lunghe scie persistenti ed espanse.

Incrocio di scie persistenti ed espanse.


Dopo alcune ore di passaggi di velivoli si è potuto osservare in un cielo parzialmente coperto da una bianca coltre di scie espanse, la comparsa di un alone. L'alone è rimasto visibile per più di un'ora.

Alone e scia

Nel tardo pomeriggio il cielo appariva invece pulito e libero da scie espanse; ho osservato il passaggio di velivoli rilascianti scie non persistenti.

Due scie non persistenti.


Ho raccolto alcune fotografie ed alcune delle riprese video effettuate il 26 aprile mattina in un documento video.

Video: Aircraft trails over Milan




Nota sul copyright

Questo articolo può essere pubblicato da chiunque ma senza che vi si effettuino modifiche di alcun genere (è vietata anche la pubblicazione parziale o per parti), indicando sempre l'autore e l'url di questo sito, con link cliccabile se collocato in siti web. Le fotografie dell'articolo possono essere pubblicate ma indicando sempre l'autore e l'url di questo sito, con link cliccabile se collocato in siti web. E' vietato l'utilizzo dell'articolo e/o delle fotografie a fine di lucro.

lunedì 26 maggio 2008

La scia dell'A340

Giovedì 7 febbraio 2008 è stata una giornata caratterizzata dalla presenza di numerose scie persistenti di aereo nei cieli di Milano. Le bianche e luminose scie di aereo e l'azzurro acceso del cielo di quella giornata hanno prodotto un intenso e affascinante contrasto di colori. Alcune foto della giornata sono state pubblicate in un precedente post (Scie di carnevale).

Il 7 febbraio ho filmato un Airbus A340, un aereo quadrimotore utilizzato su rotte a lungo raggio, mentre produceva una lunghissima scia. La scena osservata era davvero spettacolare e la scia dell'aereo colpiva per il suo aspetto molto particolare.
Ho riportato in questo post le riprese video e le foto del passaggio dell'A340 ed una breve descrizione della dinamica di formazione e di evoluzione della scia osservata.

In queste due foto è possibile osservare l'A340 con la sua scia.

A340 con scia.

Ingrandimento del quadrimotore.

Nella prossima fotografia si possono osservare la scia dell'A340 (caratterizzata da una breve persistenza) ed altre due scie persistenti ed espanse.

Tre scie di aereo. La scia dell'A340 è quella orizzontale


La scia dell'A340 ha mostrato una evoluzione molto particolare. Come visto nelle precedenti foto il velivolo produce quattro scie, una da ciascun motore alare. Le quattro scie tuttavia si sono raggruppate generando due scie tubulari. Le due scie così formatesi hanno successivamente assunto un aspetto ondulato, presentando alcuni punti di contatto tra di loro.

Andamento ondulato delle due scie tubulari.


Le due scie tubulari presentavano inoltre un ulteriore motivo ondulato, a spira, se osservate a maggior ingrandimento.

Particolare delle scie tubulari. Si può osservare un ulteriore motivo ondulato.

Ho riportato le riprese video ed altre foto dell'A340 e della sua simpatica scia in un documento video. Nel documento è possibile osservare la dinamica di evoluzione della scia: i) la fase iniziale di raggruppamento delle quattro scie in due sole scie (a circa metà video la ripresa è fissa verso un punto della scia per osservare al meglio il momento del raggruppamento), e ii) la fase in cui si vengono a formare i motivi ondulati.

Video: The A340 trail.



Nota sul copyright

Questo articolo può essere pubblicato da chiunque ma senza che vi si effettuino modifiche di alcun genere (è vietata anche la pubblicazione parziale o per parti), indicando sempre l'autore e l'url di questo sito, con link cliccabile se collocato in siti web. Le fotografie dell'articolo possono essere pubblicate ma indicando sempre l'autore e l'url di questo sito, con link cliccabile se collocato in siti web. E' vietato l'utilizzo dell'articolo e/o delle fotografie a fine di lucro.

martedì 20 maggio 2008

Un rapace nel cielo di Milano

Scrutando il cielo alla ricerca di scie può capitare di osservare fenomeni non previsti. Nella giornata di sabato 5 aprile* durante l'osservazione del cielo mi è capitato di notare un rapace impegnato in un elegante volteggio. Il rapace (si dovrebbe trattare di una poiana) si aggirava descrivendo grandi cerchi ad un'altezza di circa 3o0 metri (spero non fosse interessata al mio gatto!). Il rapace non era solo; un altro volatile lo seguiva apparentemente infastidendolo.

Il rapace in volteggio.


La scena del volteggio è stata davvero emozionante e ho pensato di raccogliere le fotografie e la ripresa di tale scena in un documento video.

Video: Raptor over Milan



Nell'ultima fotografia che appare nel video è anche possibile osservare oltre ai due volatili affiancati in un entusiasmante ala-ala, una ben nota presenza dei nostri cieli, anch'essa con le ali, ma localizzata molto, molto più in alto..

Nota

*Per un resoconto video della giornata del 5 aprile di veda il post Il cielo sopra Milano.

Nota sul copyright

Questo articolo può essere pubblicato da chiunque ma senza che vi si effettuino modifiche di alcun genere (è vietata anche la pubblicazione parziale o per parti), indicando sempre l'autore e l'url di questo sito, con link cliccabile se collocato in siti web. Le fotografie dell'articolo possono essere pubblicate ma indicando sempre l'autore e l'url di questo sito, con link cliccabile se collocato in siti web. E' vietato l'utilizzo dell'articolo e/o delle fotografie a fine di lucro.

martedì 13 maggio 2008

Discussione su apparenti incongruenze tra osservazioni di scie e dati atmosferici il 19 aprile 2008 a Milano

Ultima revisione dell'autore: 12 ottobre 2008.

E' possibile verificare se una scia di aereo prodotta a 10mila metri sia normale o meno? E se è possibile, esistono casi in cui siano state osservate scie anomale ad alta quota?
Nel post odierno rispondo a queste domande riportando i risultati delle mie osservazioni.

Introduzione

Appurato che non ci sono evidenze di scie di aereo a bassa quota su Milano [1] così come su Vicenza (Darkskies, in una comunicazione personale, conferma che a Vicenza le quote di volo degli aerei con scia sono stimate intorno ai 10-11mila metri), le mie analisi atte a verificare l'eventuale esistenza di anomalie nei nostri cieli si sono indirizzate (già ormai da molto tempo) verso quote più alte, le quote tipiche di volo per gli aerei di linea, dagli 8 agli 11mila metri.
Ma come è possibile verificare se una scia a 8-11mila metri sia normale o anomala? Lo si può fare attraverso il confronto tra quanto abbiamo osservato in cielo e quanto ci saremmo dovuti aspettare in base ai dati atmosferici della giornata. Sappiamo infatti che affinché una scia si formi e affinché una scia persista sono necessarie ben determinate condizioni atmosferiche [2]. Se io osservo la formazione di una scia senza le condizioni atmosferiche necessarie per la sua formazione mi trovo di fronte a una possibile anomalia. Allo stesso modo, se osservo una scia persistere o espandersi senza le determinate condizioni di umidità necessarie ho davanti a me un'altra possibile anomalia.
Mi è capitato di verificare negli ultimi mesi delle apparenti incongruenze tra quanto osservato e quanto mi sarei dovuto aspettare in base ai dati atmosferici {si veda a tal proposito l'analisi della giornata del 26 marzo 2008 [3,4]}.
In questo post descrivo in dettaglio alcune apparenti incongruenze registrate in una giornata di scie a Milano, il 19 aprile 2008. Oltre che presentare i risultati delle mie analisi questo articolo ha come obiettivo quello di mostrare la strategia di verifica di eventuali anomalie nei nostri cieli attraverso il confronto osservazione/previsione.

Metodi


Ho osservato e fotografato le scie il 19 aprile intorno all'ora dei radiosondaggi (12Z, le 14 in Italia) in modo da poter comparare il dato osservato ai dati atmosferici raccolti dalla radiosonda. Le osservazioni sono state effettuate a Milano centro. I radiosondaggi considerati sono quelli di Milano Linate. I dati delle radiosonde sono disponibili presso questo link:

Sounding Map.

Per determinare se esistevano le condizioni per la formazione delle scie ho utilizzato il diagramma di Appleman [5].
Per determinare se esistevano condizioni di umidità sopra saturazione su ghiaccio mi sono basato sui dati della Cornell University [6].

Risultati

Sabato 19 aprile mi recai a Mestre per partecipare alla conferenza sulle scie chimiche organizzata da Salute & Ambiente. Partivo nel primo pomeriggio e così dopo pranzo, come sono solito fare all'ora dei radiosondaggi, ho scattato un po' di foto al cielo della nostra città. Ho potuto così osservare la presenza di scie persistenti ed espanse. Qui di seguito riporto due fotografie del cielo di Milano intorno all'ora dei radiosondaggi.

Milano 19 aprile 2008, ore 13:34. Una scia espansa.



Ore 13:52. Un'altra scia espansa.



Si tratta di scie persistenti e in espansione, la cui formazione prevede criterio di Appleman positivo e umidità relativa rigorosamente sopra saturazione su ghiaccio. Vediamo dunque se in base ai dati raccolti dalle radiosonde ci potevamo aspettare il 19 aprile 2008 alle ora 14 a Milano la formazione di scie ed in particolare la formazione di scie persistenti ed espanse. Partiamo con il diagramma di Appleman della giornata.

Diagramma di Appleman del 19 aprile 2008, ore 12Z (le 14 in Italia)

Il diagramma di Appleman [5] prevedeva la formazione di scie (zona gialla nella figura), tra le quote di 9000 e 10180 metri circa (il diagramma prevede scie ad una certa quota se il pallino rosso della temperatura sta a sinistra del pallino azzurro delle umidità relativa). Mi sarei dovuto aspettare la presenza di scie in base a questa previsione e ho effettivamente visto scie.

Vediamo invece se il 19 aprile vi erano le condizioni per avere persistenza ed espansione. Come abbiamo visto in precedenza [2], la persistenza e l'espansione delle scie di aereo sono possibili in presenza di umidità relativa sopra saturazione su ghiaccio. E' una cosa tassativa e categorica. Non ci sono dubbi su di ciò da un punto di vista scientifico. Vediamo allora se l'umidità relativa il 19 aprile alle ore 12z era sopra saturazione su ghiaccio.

Grafico temperatura umidità per il 19 aprile 2008. Misurazione delle ore 12Z.
<

Il grafico riporta i valori di umidità relativa misurati dalla radiosonda alle varie temperature misurate (pallini bianchi), ed una linea formata da pallini neri che rappresenta la soglia di umidità relativa necessaria per avere saturazione su ghiaccio[6]. Se l'umidità misurata dalle sonde si trova al di sopra della linea che unisci i pallini neri, abbiamo le condizioni per avere persistenza; se si trova invece al di sotto, non abbiamo le condizioni per la persistenza. Va detto che le misure di umidità relativa effettuate dalle radiosonde soffrono di errori, soprattutto durante le misurazione diurne. La discussione sulla precisione delle radiosonde sviluppatasi negli ultimi mesi, anche in questo blog, ha fatto emergere la decisiva questione di definire la precisione dei radiosondaggi per quel che riguarda le misure di umidità relativa. John and S. A. Buehler hanno mostrato, comparando dati di umidità relativa misurati dalle radiosonde e dai satelliti, che i dati di umidità relativa misurati dalla stazione di Linate, tra il 2001 e il 2003, nelle misure delle 12Z erano affette da un errore d circa il 10% [7]. Le specifiche della sonda Vaisala RS92 [8], sonda che dovrebbe essere al momento in uso a Linate [9] mostrano che la sonda ha una incertezza per le misure di umidità relativa del 5% fino a -60°C. In base a questi dati mi è sembrato ragionevole riportare nel grafico i valori di umidità relativa comprensivi di un errore del 10%.
Si può facilmente notare dal grafico che il 19 aprile alle 12Z, anche con l'errore del 10%, eravamo molto lontani dalle condizioni per avere la persistenza delle scie. Per arrivare alla persistenza dovremmo utilizzare un errore superiore al 30%.

Discussione

L’obiettivo delle mie ricerche è verificare se esistano evidenze scientifiche certe ed inattaccabili di avvenuti sorvoli chimici su Milano o di anomalie in atmosfera di altro tipo quali ad esempio la presenza di oggetti volanti non identificati. Eventuali prove dell’esistenza di anomalie in atmosfera che fossero certe, inattaccabili e verificate in maniera indipendente da altri ricercatori non potrebbero essere ignorate dalle Istituzioni. Ma come potremmo fare per trovare queste prove forti e inattaccabili? Il modo migliore è quello di tentare con tutte le proprie forze e conoscenze di far cadere le nostre prove, i nostri risultati. Se alla fine i nostri dati rimarranno in piedi, avremo probabilmente trovato delle prove forti.
Il mio metodo di analisi si basa quindi sul rigore, sul non dare niente per scontato e sul considerare tutte le possibili spiegazioni del fenomeno che ho osservato, soprattutto quelle a "sfavore" dell'esistenza di anomalie nei cieli.
Va inoltre detto che una eventuale prova forte e inattaccabile non sarebbe ancora sufficiente per essere considerata dalle nostre Istituzioni. Essa dovrebbe infatti essere confermata in maniera anonima da ricercatori esperti del campo.

Il 19 aprile abbiamo registrato delle apparenti discrepanze tra quanto osservato e quanto ci saremmo dovuti aspettare in base ai dati atmosferici registrati. Alle ore 14 i valori di umidità relativa a tutte le tipiche quote di volo erano molto lontani dai quelli necessari per avere la saturazione su ghiaccio. Di conseguenza, le condizioni per avere persistenza ed espansione non erano presenti. Nonostante ciò abbiamo visto delle bellissime scie persistenti ed espanse. La cosa è senza dubbio sorprendente.

Come possiamo interpretare allora queste apparenti discrepanze? Tentativamente possiamo proporre delle spiegazioni che al momento mi limito ad elencare senza discuterle in profondità.
i) Le sonde hanno sbagliato a rilevare i valori di umidità. Le sonde non hanno registrato i valori esatti di umidità e quindi in realtà le condizioni per avere persistenza c'erano. Le scie osservate sarebbero tutte normali.
ii) Le sonde hanno riportato valori corretti ma è arrivata un'ondata di umidità sovrasatura su ghiaccio in centro a Milano mentre a Linate il pallone volava verso zone sottosature.
iii) Le scie osservate non sarebbero in regola. Sarebbero scie anomale.
iv) L'atmosfera sarebbe stata condizionata. Ad esempio, la presenza di una gran quantità di aerosol in atmosfera potrebbe permettere la condensazione dell'umidità, e quindi la formazione di scie o cirri, quando normalmente essa non potrebbe avvenire.
Queste quattro possibili spiegazioni si possono raggruppare in due principali spiegazioni.
1) Le discrepanze osservate sono perfettamente spiegabili scientificamente (si tratterebbe di casi strani solo apparentemente, tutti spiegabili in base agli errori delle sonde).
2) Queste discrepanze non sono spiegabili se non con una alterazione provocata o dell'atmosfera o delle scie. Si tratterebbe di vere e proprie anomalie che metterebbero in crisi la teoria scientifica di formazione delle scie di aereo.
Bisogna ricordare infine che, come detto precedentemente, l'osservazione di discrepanze non è stata un caso isolato.

Bene, dove sta la verità? Come fare per sapere come stanno davvero le cose? Le scie persistenti osservate il 19 aprile erano normali o non potevano esistere in base alla teoria di formazione delle scie di aereo? Cosa abbiamo visto in cielo? Normalissime e banalissime scie di ghiaccio? O scie, magari anche di ghiaccio, ma che non si sarebbero potute formare?
Per rispondere a queste domande, la cosa migliore da fare è quella di sottoporre questi dati ad esperti di scie, ricercatori cioè che si occupano di scie di aereo per lavoro, richiedendo un parere su questi dati, oppure riassumendo queste osservazioni in un articolo scientifico da inviare ad una rivista scientifica che effettua verifica dei risultati attraverso referaggio. Solo così avremo le nostre risposte.
Prima di ipotizzare come mai ho osservato queste discrepanze è bene sapere se queste discrepanze sono una cosa normale o meno. Se esperti del campo confermassero l'anomalia, se dicessero che quanto osservato è un fenomeno non normale, non "naturale" allora potremmo dedicarci a ipotizzarne la causa.
Se gli esperti dicessero invece che le discrepanze osservate sono in realtà situazioni del tutto normali e spiegabili, allora non ci sarebbe nulla di male. Avremmo verificato che non esistono evidenze di scie anomale ad alta quota e le nostre analisi cambierebbero strada.
Ricordo che se si ritiene di avere una prova forte in mano, le verifiche da parte di esperti della materia rappresentano un passaggio fondamentale. Sono proprio le verifiche più spietate che, se superate, possono validare e dar forza ad una prova.

Conclusioni

In conclusione, sono state osservate apparenti incongruenze tra osservazione di scie e dati atmosferici il 19 aprile a Milano. Per sapere se tali discrepanze possano essere considerate una vera e propria anomalia o semplicemente un fatto bizzarro ma spiegabile scientificamente è assolutamente necessario conoscere l'opinione di esperti del campo.
E' stata mostrata altresì in questo post la metodica di verifica di anomalie nei nostri cieli attraverso il confronto tra dati atmosferici e osservazione sul campo.

Referenze

[2]La formazione, la persistenza..
[3]
Scie persistenti di aereo..
[4]
Osservando scie di aereo su Milano
[5]
Nasa Appleman
[6] Cornell Aeronautical Laboratory INC.of Cornell University, Buffalo 21, N.Y. Prediction of aircraft condensation trails Project contrails Final Report Report noVC-1055-P-S Contract No. Nonr-1857 (00) 31 October 1951.

[7] V. O. John and S. A. Buehler Comparison of microwave satellite humidity data and radiosonde profiles: A survey of European stationsAtmos. Chem. Phys., 5, 1843–1853, 2005

Ringraziamenti

Ringrazio il Dott. F. Orsini per la lettura critica del manoscritto nonostante i suoi numerosissimi impegni. Ringrazio Altotas per le preziose indicazioni bibliografiche.

Nota sul copyright

Questo articolo può essere pubblicato da chiunque ma senza che vi si effettuino modifiche di alcun genere (è vietata anche la pubblicazione parziale o per parti), indicando sempre l'autore e l'url di questo sito, con link cliccabile se collocato in siti web. Le fotografie dell'articolo possono essere pubblicate ma indicando sempre l'autore e l'url di questo sito, con link cliccabile se collocato in siti web. E' vietato l'utilizzo dell'articolo e/o delle fotografie a fine di lucro.

lunedì 5 maggio 2008

A che quota volano gli aerei con scia su Milano

Esistono aerei che rilasciano scie a quote "basse" su Milano? Nel post odierno rispondo a questa domanda riportando i risultati delle mie osservazioni.

Una delle ipotesi che riguardano l'esistenza delle scie chimiche è che ci sarebbero aerei che rilasciano scie sulle città a quote "basse", intorno ai 4000 metri o meno, cosa che alle nostre latitudini non sarebbe possibile [1] e che quindi dimostrerebbe l'esistenza delle scie chimiche.
Da quando mi sono impegnato nella verifica dell'esistenza delle scie chimiche ho fotografato centinaia di velivoli che passavano su Milano e ho stimato la quota di volo di tanti aerei che producevano scie. La stima della quota è stata effettuata con un metodo che si è rivelato sufficientemente accurato e affidabile [2,3].
Quello che posso concludere dopo circa un anno di analisi, è che la quota di volo stimata per un aereo con scia è stata sempre superiore ai 7000 metri. La norma è una quota compresa tra i 9000 e gli 11500 metri. 10000, 10500 metri le quote più frequenti. Raramente osservo aerei con scia intorno agli 8000 metri.

Il dato forte è che non ho mai osservato un aereo a 3-4mila metri con scia. Anzi, quello che ho verificato è che un aereo che vola a quote basse è un qualcosa di travolgente. Quando passa un aereo a 2-3mila metri si vive una esperienza forte e se fotografi l'aereo noti tutti i particolari. Ora, se un aereo a 3000 metri rilasciasse una scia, credo che tutti i milanesi starebbero con il naso all'insù a guardare. Sarebbe qualcosa di incredibile e di inimmaginabile.
A questo punto, l'ipotesi che ci siano aerei che rilasciano scie a bassa quota su Milano non è stata verificata.

Oltre che non verificata, l'ipotesi di irrorazioni a bassa quota in continuo mi appare, a pensarci bene, anche non logica. Se esistessero aerei chimici che rilasciano scie a 3-4mila metri su Milano, visto che io fotografo (quando posso) tanti aerei con scia che passano sulla città, prima o poi fotograferei qualcuno di questi aerei chimici. Ne stimerei allora la quota, scriverei un articolo con questi dati e lo invierei a una rivista scientifica referata che non potrebbe far altro che pubblicarlo. Mi chiedo allora che senso avrebbe predisporre un sistema clandestino di irrorazioni continue a bassa quota che potrebbe essere scoperto praticamente da chiunque attraverso l'esame di una semplice fotografia.

Le mie analisi volte alla ricerca di eventuali anomali nei cieli si concentrano dunque sulle quote di volo tipiche per la formazione di scie (8-11mila metri). Sono convinto che se esistono anomalie nei nostri cieli, esse si trovano a tali quote.
Tra gli 8 e gli 11mila metri non sempre è prevista la formazione di scie, certi giorni sì, altri no dipendentemente dalle condizioni atmosferiche. E non sempre è prevista la persistenza, fenomeno che dipende dall'umidità relativa presente in atmosfera. Se quindi osservo una scia a 9-10mila metri, e le condizioni atmosferiche mi prevedono assenza di scie, oppure se osservo una scia persistente ma l'umidità registrata non lo permette, ecco che mi trovo di fronte a una possibile anomalia. Ho precedentemente pubblicato l'analisi di una giornata di scie su Milano, il 26 marzo 2008, dove ho evidenziato una di queste apparenti anomalie [4].

Avendo fotografato nel corso degli ultimi mesi numerosi velivoli, ho pensato di postare alcune fotografie di aerei che volavano a quote stimate ben diverse per mostrare come appare in una foto (scattata con zoom ottico 18X a 8MP) un aereo che dista da noi 3, 4 o 10 km. Il confronto tra le foto può essere un aiuto a capire in che rapporti di dimensione stanno gli aerei che si trovano ad alcuni chilometri di distanza tra di loro e come varia la definizione degli aerei nelle foto a seconda della quota a cui volino (ovviamente in foto scattate con condizioni simili di zoom e risoluzione).
Tutte le foto sono scattate con lo stesso zoom ottico (18X) e la stessa risoluzione (8MP). La risoluzione delle foto postate è mantenuta uguale all'originale. La stima delle quote è effettuata secondo un metodo precedentemente descritto [2,3]. Si consiglia di cliccare le immagini per ingrandirle e osservare i particolari.

Iniziamo con uno degli aerei più bassi che ho fotografato



Si tratta di un bellissimo Boeing 777ER Alitalia, aereo bello dentro e fuori. L'aereo è lungo più di 60 metri. La distanza stimata tra me e l'aereo è di 3200 metri circa. La sua quota di volo è comunque minore visto che non si trovava sulla mia verticale. Non ho registrato l'angolo di elevazione al momento dello scatto. Ipotizzando un valore di 50-80° per l'angolo di elevazione la quota stimata rientra in un intervallo compreso tra 2470 e 3170 metri circa. L'aereo è ottimamente definito e si notano numerosi particolari.

Nella prossima foto vediamo invece un Airbus A319 della EasyJet, fotografato sulla mia verticale.



L'A319 è lungo poco più di 33 metri, dunque è lungo circa la metà di un B 777. La sua distanza, e quota stimata (siamo sulla verticale) è di 4140 metri circa. L'aereo è meno definito ma riusciamo ancora a notare dei particolari.

Infine, vediamo un Airbus A321 con scia fotografato sulla verticale.



L'A321 è lungo poco più di 44 metri. La sua distanza stimata, e quota, è di 10500 metri circa. Di questo aereo so poco all'infuori del modello. Non conosco la compagnia e si notano meno particolari rispetto alle due precedenti foto. L'aereo è meno definito.

Tutti questi aerei si possono osservare a occhio nudo e addirittura, con un po' di allenamento, è possibile riconoscerne il modello al momento dell'osservazione fotografica (in certi casi si riesce a riconoscere anche la compagnia di un aereo che vola a 10mila metri; tipico esempio è il caso degli aerei della compagnia German Wings caratterizzati da una caratteristica livrea bianca e gialla).

Osserviamo adesso i tre velivoli riuniti in un collage per vedere come sono le proporzioni relative. I tre velivoli sono stati raggruppati mantenendo le loro risoluzioni originali.


Dal confronto, risulta chiaro che con un minino di esperienza è facilissimo distinguere un aereo che vola a 3-4mila metri da uno che vola a 10mila.

In questa figura vediamo invece a confronto i motori dei tre aerei (lato illuminato dal sole) rapportati alle stesse dimensioni circa. Si nota una perdita di definizione che aumenta con l'aumentare della quota stimata di volo.



Concludendo, dopo quasi un anno di analisi, non ho evidenze di aerei con scia a quote inferiori ai 7000 metri su Milano. L'ipotesi che esistano aerei che rilasciano scie a quote "basse" nei cieli di Milano non è stata dunque verificata.
I dati presentati sono facilmente riproducibili da chiunque. Facilmente ovviamente in maniera relativa; è necessario imparare la tecnica e dotarsi della necessaria attrezzatura, ma con un po' di allenamento la cosa diventa routinaria. Ricordo infine che è importante usare sempre gli occhiali da sole quando si fotografa il cielo.

Referenze


Nota sul copyright

Questo articolo può essere pubblicato da chiunque ma senza che vi si effettuino modifiche di alcun genere (è vietata anche la pubblicazione parziale o per parti), indicando sempre l'autore e l'url di questo sito, con link cliccabile se collocato in siti web. Le fotografie dell'articolo possono essere pubblicate ma indicando sempre l'autore e l'url di questo sito, con link cliccabile se collocato in siti web. E' vietato l'utilizzo dell'articolo e/o delle fotografie a fine di lucro.